Vivete insieme ma non siete sposati? Ecco i vostri diritti
Sposarsi o convivere? La domanda è meno semplice del previsto, perché, agli occhi della legge, il matrimonio non è (solo) un'unione che ha a che fare con amore, sentimenti e voglia di vivere la vita insieme, ma prevede precisi diritti e doveri sia per i coniugi sia per i conviventi.
A dire il vero, fino al 2016, l’ordinamento giuridico italiano prevedeva sostanzialmente solo una forma di unione, il matrimonio. Poi, dopo l’entrata in vigore della Legge Cirinnà, i diritti e i doveri delle coppie sposate, sono stati estesi, in toto o quasi, alle coppie che si uniscono civilmente e, in parte, alle coppie che scelgono di convivere e danno luogo alle convivenze di fatto.
Si è trattato, all’epoca, di un’estensione di diritti molto grande. Per averne un’idea basta osservare con attenzione i dati pubblicati da Istat in merito alle coppie conviventi non sposate.
Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica “Le libere unioni sono più che quadruplicate dal 1997-1998 al 2017-2018, passando da circa 329 mila a 1 milione 368 mila. [...]. Accanto alla scelta delle libere unioni come modalità alternativa al matrimonio, sono in continuo aumento le convivenze prematrimoniali”.
Una platea dunque di quasi un milione e mezzo di persone che, pur scegliendo di non sposarsi, ha comunque accesso a diritti coniugale ed, allo stesso modo, è tenuta a doveri precisi verso il convivente.
Chi sono i conviventi di fatto?
La convivenza, agli occhi della legge, è uno statuto piuttosto particolare. Secondo quel che dice il testo della legge Cirinnà: la convivenza di fatto si instaura tra persone che pur non essendo vincolate da nessun legame di parentela autodichiarano, all’anagrafe del Comune ove risiedono, di essere legate da un vincolo affettivo e di costituire una famiglia. "I presupposti- recita ancora la legge- per la convivenza di fatto sono la coabitazione, e la costituzione di famiglia anagrafica."
I diritti che si hanno...
Un convivente ha molti (anche se non tutti) dei diritti che spettano ai coniuge.
Per esempio:
...e quelli che non si hanno
Come accennavamo prima, non tutti i diritti riconosciuti ai coniugi o a chi ha sottoscritto un’unione civile, sono riconosciuti anche ai conviventi.
In particolare, alla voce diritti, mancano due punti chiave:
Il che significa che, in caso di morte di uno, l’altro non ha diritto alla quota legittima di eredità che invece spetta ai coniugi, agli uniti civilmente e ai parenti. Per questo, se si intende lasciare parte dei propri beni al convivente, è necessario scrivere un testamento e indicarlo con chiarezza.
Esistono modi alternativi per tutelare la sicurezza economica propria e del partner in caso di imprevisti futuri.
Sciogliere una convivenza
Sciogliere una convivenza è, per tutta evidenza, più semplice, che sciogliere un’unione civile o un matrimonio.
La convivenza si può sciogliere in due modi: sia d’ufficio, ossia, semplicemente, spostando la residenza, sia su richiesta di uno o di entrambi i conviventi, nel momento in cui venissero meno i legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale. Nel caso di richiesta di cancellazione di una sola parte interessata, il Comune provvederà a inviare all’altro una comunicazione in merito.
Scopri come proteggere la tua coppia con Immagina Adesso